Sotto la guida del proposto presidente della Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC), le interazioni tra le istituzioni finanziarie statunitensi e le società di asset digitali potrebbero presto essere migliorate. Questo cambiamento potrebbe potenzialmente favorire lo sviluppo e l’adozione del settore degli asset crittografici.
Christy Goldsmith Romero, candidata alla presidenza della FDIC, ha suggerito che le banche potrebbero fornire servizi alle società di asset digitali.
Romero ha fatto queste osservazioni in risposta a una domanda della senatrice Cynthia Lummis sulla possibilità che le istituzioni finanziarie servano le società di criptovalute.
Romero ha dichiarato: “Non credo che il ruolo della FDIC sia quello di dettare i settori o le aziende che le banche devono servire”.
Faryar Shirzad, Chief Policy Officer di Coinbase, ha sottolineato il significato della dichiarazione di Romero e ha menzionato l’impatto dell'”Operazione Chokepoint 2.0″ sul settore degli asset crittografici.
Shirzad ha anche osservato: “A meno che la Casa Bianca non revochi la sua direttiva sul giro di vite e che i candidati non si impegnino a invertire le attuali pressioni subite dallo spazio degli asset digitali, le cose potrebbero non cambiare”.
Ha poi aggiunto: “Le autorità di regolamentazione bancaria affermano che non esiste un giro di vite mirato sul settore delle criptovalute e che le banche sono libere di accogliere le società di asset crittografici, subordinatamente alle normali verifiche interne di gestione del rischio”.
Nel frattempo, se la FDIC mantiene la posizione di Romero, ciò significherebbe un’importante inversione di rotta.
All’inizio di quest’anno, la FDIC, insieme alla Federal Reserve e all’Office of the Comptroller of the Currency, ha pubblicato un avviso sui rischi delle criptovalute per gli istituti bancari. I modelli di business incentrati sulle attività in criptovalute presentano rischi significativi per la sicurezza e la solidità del settore bancario.
Hanno inoltre aggiunto: “L’emissione o la custodia di asset crittografici emessi, archiviati e trasferiti su reti decentralizzate o sistemi simili probabilmente non sono in linea con le pratiche bancarie sicure e affidabili”.
Influenzate da questa posizione, molte banche hanno limitato o interrotto i servizi agli utenti di criptovalute.
Erik Voorhees, fondatore della borsa di criptovalute Shapeshift, si è recentemente lamentato sui social media del fatto che la società fintech Revolut abbia chiuso il suo conto a causa del suo coinvolgimento nel trading di criptovalute.
Tuttavia, le società di criptovalute si stanno opponendo a queste restrizioni.
Il mese scorso, Coinbase ha intentato una causa contro la FDIC e la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, alla ricerca di documenti relativi alla regolamentazione degli asset cripto.
Analogamente, il Bank Policy Institute (BPI) si è espresso a favore dell’abrogazione del SEC Staff Accounting Bulletin No. 121 (SAB121), che vieta alle banche di fornire servizi di custodia di asset cripto.
BPI ha dichiarato: “Limitare la capacità delle banche di fornire questi servizi lascia i clienti con una protezione poco regolamentata dei loro portafogli di asset digitali e, in ultima analisi, li espone a maggiori rischi”.